Io sono la Via, la Verità e la Vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me
Libro di Cielo Vol. 18 - Luisa Piccarreta
16 Settembre 1925
Fiat!!!
Gesù fu sempre eguale nelle pene. L’essere sempre eguale è virtù Divina. Il tacere di Gesù.
I miei giorni sono sempre più amari per le lunghe privazioni del mio dolce Gesù.
La sua sola Volontà mi è rimasta come preziosa eredità delle tante sue visite fatte alla povera anima mia e ora sono rimasta sola, dimenticata da Colui che formava la mia vita, che mi pareva che fossimo fusi insieme e che né Lui potesse stare senza me né io senza lui; e mentre penso dove, dove è andato Colui che tanto mi amava? Che ho fatto? Perché mi ha lasciato?
Ah! Gesù, ritorna, ritorna perché non ne posso più!
E mentre vorrei abbandonarmi al dolore e pensare alla mia grande sventura d’aver perduto Colui in cui avevo racchiuso tutte le mie speranze, la mia felicità, il santo Voler Divino s’impone su di me facendomi fare il corso dei miei atti nella sua adorabile Volontà e quasi m’impedisce di dolermi di più d’essere priva dell’unico mio bene e resto come impietrita, impavida, tutta sola, senza il minimo conforto né dal Cielo né dalla terra.
Ora, mentre mi trovavo in questo stato, stavo pensando a diverse pene della Passione di Gesù, Egli, facendosi vedere per poco tempo, mi ha detto:
Figlia mia, in tutte le mie pene fui sempre eguale, non cambiai mai, il mio sguardo fu sempre dolce, il mio volto sempre sereno, le mie parole sempre calme e dignitose.
In tutta la mia persona avevo tale eguaglianza di modi, che se avessero voluto conoscermi per loro Redentore, mi avrebbero conosciuto solo dal mio modo sempre eguale in tutto e per tutto.
E’ vero che le mie pene furono tante da eclissarmi e come tante nubi che mi circondavano, ma ciò dice nulla, dopo la foga delle pene Io ricomparivo in mezzo ai nemici come sole maestoso, con la mia solita serenità e coi miei stessi modi sempre eguali e pacifici.
Essere sempre eguale è solo di Dio e dei veri figli di Dio, il modo sempre eguale imprime il carattere divino nell’anima e fa conoscere che puro e santo è l’operato delle creature.
Invece, un carattere ineguale è delle creature ed è segno di passioni che tumultuano nel cuore umano, che lo tiranneggiano, in modo che anche all’esterno mostrano un carattere sgradevole che dispiace a tutti.
Perciò ti raccomando d’essere sempre eguale con Me, con te stessa e con gli altri; eguale nelle pene e perfino nella mia stessa privazione.
Il carattere eguale in te dev’essere incancellabile e sebbene le pene della mia privazione ti atterrino e formino dentro e fuori di te le nubi del dolore, i tuoi modi eguali saranno luce che snebbieranno queste nubi e faranno conoscere che, sebbene nascosto, Io abito in te.
Dopo ciò, io continuavo a pensare alle pene della Passione del mio adorabile Gesù, col chiodo nel cuore della sua privazione ed il mio amabile Gesù si è fatto vedere nel mio interno tutto taciturno e tanto afflitto che faceva pietà ed io gli ho detto:
“Amor mio, perché taci? Mi sembra che non vuoi dirmi più nulla, né vuoi più confidarmi i tuoi segreti e le tue pene.”
E Gesù, tutto bontà, ma afflitto mi ha detto:
Figlia mia, il tacere dice qualcosa di più grande che non dice il parlare.
Il tacere è decisione di chi, non volendo essere distolto, tace.
Il tacere d’un padre con un suo figlio amato, mentre si trova in mezzo ad altri figli discoli, è segno che vuole colpire i figli perversi.
Tu credi che sia nulla che non venga da te e che scarseggi nella partecipazione delle mie pene?
Ah! figlia mia, non è nulla, anzi è qualcosa di grande; come Io non vengo da te, così la mia giustizia si riempie di flagelli per colpire l’uomo, tanto che tutti i mali passati, i terremoti, le guerre, saranno nulla in confronto ai mali che verranno e alla grande guerra e rivoluzione che stanno preparando; sono tanti i peccati che non meritano che ti partecipi le mie pene per liberare loro dai flagelli meritati.
Perciò tu abbi pazienza, la mia Volontà supplirà alla mia vista, sebbene stia nascosto in te e se ciò non fosse, non avresti potuto mantenere la battuta di far i tuoi soliti giri nella mia Volontà.
Sono Io che, sebbene nascosto, li faccio in te e segui Colui che non vedi; ma, quando la mia giustizia avrà terminato di riempirsi dei flagelli, Io mi metterò di nuovo con te come prima, perciò, coraggio, aspettami e non temere.
Ora, mentre diceva ciò mi son trovata fuori di me stessa, in mezzo al mondo ed in quasi tutte le nazioni ho visto preparativi di guerra, nuovi modi più tragici di combattere, che mettevano spavento solo a guardarli e poi la grande cecità umana, che, rendendosi più cieca, agiva da bestia, non da uomo e, siccome cieca, non vedeva che, mentre feriva gli altri, feriva se stessa.
Quindi, tutta spaventata mi son ritrovata in me stessa, tutta sola, senza il mio Gesù e col chiodo nel cuore, perché Colui che amo era partito da me lasciandomi sola ed abbandonata.
E mentre deliravo e spasimavo per la pena, il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno e sospirando per il duro mio stato, mi ha detto:
Figlia mia, calmati, calmati, sto in te, non ti lascio e poi, come posso lasciarti?
Guarda, la mia Volontà si trova ovunque, se tu stai nella mia Volontà, non ho dove andare, né trovo luogo per allontanarmi da te, dovrei rendere limitata la mia Volontà, riunirla ad un punto per lasciarti, ma neppure posso fare ciò.
La mia Immensità si estende ovunque e la mia natura rende immenso tutto ciò che a Me appartiene, quindi, immensa è la mia Volontà, la mia potenza, il mio amore, la mia sapienza, ecc., onde, come posso lasciarti, se nella mia Volontà Io ti trovo dovunque?
Perciò sii sicura che non ti lascio e sprofondati sempre di più nell’immensità dell’abisso della mia Volontà.